Si tratta di una interessante rassegna letteraria, storica ed antropologica sul destino umano e sul viaggio che diventa una specie di metafora della vita stessa.
Così, attraverso il motivo del perenne cammino, nella parabola ambulante del viaggio/dei viaggi di allora e di oggi, si scoprono diverse varianti dell’identità dell’uomo scandite nei vari articoli degli autori del saggio intitolato: La visione poliprospettica del viaggio in cerca delle identità perdute.
Gli studiosi, sia italiani che stranieri, con le loro metodiche scientifiche basate sulla tematica del canone letterario dei massimi esponenti della letteratura italiana quali: Deledda, Perrella, Ravera, Abate, Benni, Leoni e Camilleri, hanno trovato esegeti di grande finezza. Intrecciate agli studi sulla pittura (Guttuso) e sulla poesia, hanno arricchito il panorama storico-culturale italiano, dando un nuovo ventaglio interpretativo, che spazia dalla cultura antica, mitologica (Leoni), alla italiana, anzi quella regionale – sarda (in Deledda), siciliana (in Camilleri), alla poesia interculturale di Ibrahimi e alla visione spazio-temporale dell’uomo “felix”, presentata nei tratti antropologici dell’uomo partenopeo-siciliano (in Perrella o Ravera) o (in Benni). L’analisi va anche dalla nuova voce narrante, albanese di Abate, sino allo spostamento in senso stretto ad un ambito simbolico, espressivo, in cerca di una identità assoluta, quella continentale e quell’isolana che è sempre in progresso e viene cambiata malgrado diverse vicende storico-culturali (Guttuso/Camilleri o Ravera).